Adottare un campo significa instaurare un rapporto tra esseri umani, da chi lavora il terreno, accompagnando il seme a diventare spiga, che ci invita sul campo adottato e ci rende partecipi delle varie fasi, fino al mugnaio, ovvero il primo trasformatore del grano, per arrivare a noi, che trasformiamo la farina in deliziosi biscotti, torte e altre goloserie.
È una storia fantastica: Salvatore Ceccarelli, professore di Genetica Agraria, si trovava in Siria, ad Aleppo, per svolgere alcune ricerche. Durante la sua permanenza ha raccolto circa duemila varietà di semi, che ha poi portato con sé in Italia e dato in custodia a Giuseppe Li Rosi, che li integrati nel suolo siciliano, iniziando il percorso che ci ha portato a questa fantastica “farina evolutiva”.
Vedere il campo è qualcosa di emozionante, le spighe crescono con altezze diverse, le più grosse proteggono le più piccole dalle intemperie e, a loro volta, quelle piccole sostengono quelle più grandi.
È un ambiente del tutto biologico, che si difende da solo, crea una fauna e una flora che si sposano alla perfezione.
Questa esperienza ci fa capire che noi esseri umani dovremmo seguire l’esempio del campo di grano, integrarci, proteggerci a vicenda, accettare ed accogliere le diversità, perché sono proprio queste «a creare un prodotto migliore, con caratteristiche tutte sue, con un suo gusto particolare.
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